I consigli di Massimo Perla, responsabile nazionale Csen e Fidasc delle discipline cinofile sportive
«Pur non conoscendo le dinamiche di quanto accaduto posso dire che già prendere un pitbull in famiglia senza avere esperienza di cani di questo genere è un rischio, è una forte responsabilità, figuriamoci poi due: tutto si amplifica e se succede qualcosa scatta la modalità branco. Un gesto, un comportamento che il cane può interpretare negativamente ed ecco che può scattare l’attacco». Così all’Adnkronos Massimo Perla, responsabile nazionale Csen e Fidasc delle discipline cinofile sportive, in merito a quanto accaduto a Eboli dove un bimbo di 15 mesi è stato aggredito e ucciso da due pitbull.
«È necessario educare il cane ed educare anche il proprietario. Ad esempio, al mio centro di addestramento vengono molte donne per imparare i comportamenti da adottare come proprietarie di cani, un percorso per evitare incidenti, per abituare il cane alla carrozzina e alla culla, al pianto e ai vagiti del bimbo. Insomma cercare di coinvolgere l’animale nella quotidianità del bambino: le attenzioni devono essere per tutti e non esclusive. Non mi stancherò mai di dire che il cane va educato all’interno della famiglia come se fosse il primo dopo l’ultimo degli umani: è un branco, il cane deve comprendere che non è il capo branco, deve proteggere e non attaccare, e tutto questo deve comprenderlo con gentilezza e calma e non con rudezza».
«I pitbull, o simili, vanno gestiti con fermezza, determinazione, coerenza, bisogna dare delle regole da seguire e insegnarle con dolcezza, in maniera positiva: il cane deve accettare le regole come comportamento quotidiano. – sottolinea l’istruttore Csen e Fidasc – Io veramente chiederei a tutti i proprietari di cani, non solo quelli di razze particolari, di andare da istruttori ed educatori in modo da imparare bene come gestire i proprio amico a quattro zampe: il cane deve imparare e può farlo con semplicità da cucciolo accompagnato dal proprietario, è un percorso che aiuta a comprendersi. Come difendersi dagli attacchi? Dipende dalle situazioni. Per esempio, se si va a correre ci si può portare uno spray al peperoncino, oppure se sono in strada posso cercare di salire su un’auto ma se cado a terra non ho molto scampo. Sono cani predatori, selezionati dall’uomo per svolgere un certo tipo di compito, vanno gestiti con fermezza e da persone esperte».