Pubblicazione scientifica sull’utilizzo dell’Oleoresin Capsicum
Carlo Alfredo Clerici (1,2), Gianfranco Peletti (1), Laura Veneroni (1), Angelo de’ Micheli (3)
Spray per autodifesa da soggetti con comportamento aggressivo: una revisione della letteratura scientifica sull’utilizzo dell’oleoresin capsicum
(1) Sezione di Psicologia, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Milano
(2) S.S.D. Psicologia Clinica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori, Milano
(3) Cattedra di Criminologia Clinica, Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano
RIASSUNTO
In molte nazioni negli ultimi decenni si è diffuso l’impiego di spray all’estratto di peperoncino (oleoresin capsicum) come arma non letale. Nel 2009 in Italia un decreto sulla sicurezza ha stabilito che questi spray, prima illegali, possano essere acquistati e detenuti legalmente dai cittadini; nello stesso tempo i corpi di polizia locale hanno iniziato a dotarsi di questi congegni per autodifesa e per facilitare l’arresto di soggetti con comportamento aggressivo. Questa review analizza la letteratura scientifica multidisciplinare sull’efficacia e i possibili rischi per la salute, acuti e a lungo termine, legati all’impiego di spray al capsicum per i soggetti esposti e gli utilizzatori, privati cittadini o personale delle forze dell’ordine. Sono illustrate anche le raccomandazioni per un corretto uso di questi strumenti. Parole chiave: capsicum, capsaicina, aggressioni, difesa, violenza, spray al peperoncino, armi non letali. ABSTRACT. In several countries oleoresin capsicum (OC) spray is being used as non lethal weapon in recent years. In 2009 in Italy a Security Act has established that self-defence spray devices can lawfully be purchased and possessed by citizens; at the same time corps of local police started to adopt these devices for self defence and aid in arresting aggressive individuals. This article analizes the multidisciplinar literature about the efficacy and possible acute and long-term health risks of pepper spray for exposed individuals and police or civilians users. The paper also reports updated considerations about correct use of this devices. Key words: capsicum, capsaicin, aggressions, defence, violence, pepper spray, non lethal weapons, mace.
INTRODUZIONE
Difendersi è un diritto, sostenuto dalla storia e dalle legge, ma non si può esagerare. Quindi serve difendersi senza danneggiare, tanto meno uccidere. Nel contesto delle società industrializzate è da tempo emersa l’esigenza di strumenti difensivi meno letali delle armi da fuoco. Per questo da decenni sono entrati in uso in diverse nazioni del mondo agenti incapacitanti, in confezionamento spray, per autodifesa contro azioni aggressive di persone e animali. All’impiego di sostanze chimiche fra cui il CS (ortoclorobenzalmalononitrile), il CN (cloroacetofenone) e il CR (dibenzoxazepine), si è aggiunto più recentemente l’impiego dell’estratto di peperoncino (oleoresin capsicum [OC]). L’uso del capsicum è descritto fin dall’antichità in Giappone mediante il metsubishi, un contenitore in lacca o metallo, per soffiare polvere di peperoncino negli occhi della persona da immobilizzare (1). Come gli altri agenti ha un’azione irritante sugli occhi, la cute e le vie respiratorie e può essere utilizzato come agente incapacitante ma con minori effetti tossici. In Italia vi è stato un lungo dibattito circa l’introduzione in commercio di spray al capsicum (a lungo proibiti) per autodifesa dei cittadini e la dotazione per le forze di polizia, in particolare della Polizia Locale. Per alcuni anni solo pochi modelli commerciali sono stati considerati di libera vendita. In Italia questi strumenti, in precedenza proibiti, sono stati resi di legittima detenzione porto con la legge 15-7-2009 n°94 (“pacchetto sicurezza”) art. 3 comma 32. Lo spray OC è stato poi compreso fra le dotazioni possibili ai corpi di Polizia Locale per effetto di leggi regionali (ad esempio la legge n° 4/2003, art. 18 della Regione Lombardia). Attualmente sono diverse centinaia i comuni italiani che hanno dotato il personale della Polizia Locale di spray O.C. Obiettivo di questa review è una rassegna della letteratura scientifica sulla sicurezza, l’efficacia sul comportamento aggressivo, indicazioni e controindicazioni d’impiego dei congegni per autodifesa a base di oleoresin capsicum.
Materiali e metodi
La letteratura è stata raccolta mediante le banche dati online Medline (1950 a 31 maggio 2011), Embase, Cochrane Library e PsychINFO. Sono stati utilizzati i seguenti termini di ricerca variamente combinati: capsicum, pepper, capsaicin, spray, oleoresin, defense, OC, mace, less-lethal, nonlethal weapon. Accanto agli articoli provenienti da riviste indicizzate, la ricerca è stata integrata dalla consultazione di libri, articoli e repertori bibliografici cartacei allo scopo di considerare anche articoli appartenenti alla cosiddetta “letteratura grigia”, per lo più fonti tecniche di polizia. Tutti gli articoli clinici sono stati considerati, anche se gli studi farmacologici e sperimentali su esseri umani e animali sono stati utilizzati solo in parte. Gli studi considerati per l’analisi finale sono stati sottoposti a un’analisi di qualità indipendente da due degli autori (CAC e LV). La qualità dell’evidenza è stata basata sul Grading of Reccomandations Assessment, Development and Evaluation System (2). Sono stati esclusi gli studi sull’impiego di capsicum in funzione antisommossa.
Analisi dei dati
Dalla ricerca sono stati identificati 232 articoli di cui 83 ritenuti pertinenti (Tabella I). È possibile suddividere schematicamente gli articoli considerati nei seguenti temi: meccanismo d’azione dei derivati capsaicinoidi, confezionamento e merceologia degli spray OC, effetti clinici degli spray OC, effetti comportamentali, effetti letali, misure di soccorso, sicurezza del personale, criteri d’impiego.
Tabella I. Fonti di articoli e abstract identificati ed esaminati
Composizione e meccanismo d’azione
Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Dalla testimonianza di reperti archeologici risulta conosciuto in Messico alcuni millenni avanti Cristo. In Europa l’impiego alimentare del peperoncino si diffuse in seguito all’importazione dalle Americhe. Ingrediente attivo dello spray al peperoncino è l’olio di peperoncino (oleoresin capsicum). Esso è composto da una miscela di fenoli liposolubili chiamati capsaicinoidi, una classe di sostanze chimiche affini alla capsaicina (3, 4). I capsaicinoidi sono ammidi della vanillammina, con un acido grasso ramificato a media catena (5), presenti nell’oleoresina, estratta dei frutti delle piante, in concentrazione variabile. Fra i capsaicinoidi naturali quelli più comuni sono capsaicina, diidrocapsaicina, omodiidrocapsaicina, nordiidrocapsaicina e omocapsaicina (6). Fra questi capsaicina e diidrocapsaicina sono i più abbondanti mentre gli altri sono presenti in quota più ridotta. Lo studio della capsaicina si è a lungo basato su osservazioni derivate da studi tossicologici soprattutto nell’ambito della produzione di peperoncino o di contaminazioni occidentali (7 – 17). Da queste osservazioni si è compreso che la capsaicina agisce direttamente sulle fibre nervose periferiche sensitive (e non su quelle motorie), stimolando i recettori vanilloidi (VR1, vanilloid receptor type 1) (18). Questa azione induce il rilascio di tachichinine o neuropeptidi come la sostanza P, la neurokinina A, glutammato e CGRP, inducendo un’infiammazione su base neurogena (19, 20) nei vasi, negli epiteli e sulla muscolatura liscia delle vie aeree (21) con vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, chemotassi neutrofila, secrezione mucosa e broncocostrizione (14). A differenza di altri agenti chimici per impieghi di polizia come il CN e il CS, che provocano soprattutto effetti irritanti, l’OC produce sia irritazione sia infiammazione neurogena. L’uso ripetuto di capsaicina determina nell’area colpita una deplezione della sostanza P e per questo meccanismo trova impiego a scopo terapeutico per il trattamento del dolore cronico come la nevralgia post-erpetica o la neuropatia diabetica (22, 23).
Confezionamento e merceologia
Gli erogatori di OC in commercio nel mondo contengono fra l’1 e il 15% di capsaicina. Negli Stati Uniti i modelli d’impiego civile ne contengono circa l’1% mentre i modelli per impieghi di polizia hanno una concentrazione maggiore (24). I modelli in commercio in Italia hanno generalmente un contenuto di 10% di capsaicina. Generalmente uno spray OC contiene a soluzione di oleoresin capsicum diluito con solventi (diclorometano, tricloroetilene, isopropanolo, freon, glicole dipropilenico, etanolo, metanolo, o etere etilico) e gas propellenti (N2 o CO2). La potenza di ogni spray OC, essendo le sostanze attive derivate da sostanze naturali con tipologie diverse di peperoncini freschi con variabile potere irritante (25) presenta differenze (3, 26) definite dipendenti da tre parametri:
• Scoville Heat Unit SHU’s (un test soggettivo basato sulla percezione del piccante)
• percentuale di Oleoresin Capsicum
• concentrazione di capsaicinoidi (quantità di componente attivo presente all’interno del prodotto in percentuale).
La letteratura riporta come i prodotti non siano generalmente sottoposti a misure analitiche della concentrazione degli ingredienti attivi e ciò può contribuire al rilievo di una composizione e un’efficacia incostante (27, 28, 29, 25). L’impiego di capsicum ha portato anche allo sviluppo di metodiche analitiche ad hoc per analisi medico legali (30). L’efficacia e il metodo d’impiego dipendono anche dal tipo di erogazione dell’OC. Esistono quattro tipi di erogatori di capsicum: nebulizzante (fog), a cono (cone), a getto balistico (balistic stream), a schiuma (foam). Per impieghi di polizia sono utilizzati generalmente i modelli con erogazione a getto balistico, sistema preferito per le sue caratteristiche che lo rendono utilizzabile a diversi metri di distanza, con una certa possibilità di selezione del bersaglio e limitata contaminazione ambientale in luoghi chiusi. L’erogazione a cono nebulizzato è meno adatta per un uso difensivo, perché se utilizzato in spazi chiusi contamina l’ambiente rendendo impossibile la presenza di persone per alcune ore. All’aperto risente molto delle condizioni ambientali ed è spesso causa di autocontaminazione per gli utilizzatori. Per ultimo i prodotti nebulizzati, a causa del gas propellente e della base oleosa per mantenere in sospensione il prodotto sono altamente infiammabili e possibile causa di ustioni o di altri incidenti. La disponibilità di spray OC dipende dalle normative dei diversi Stati (31). In Australia, India, Israele, Italia, Lettonia, Polonia, Russia, Slovacchia, Spagna, Sud Africa e molti Stati U.S.A, gli spray OC sono di libero porto per autodifesa. In Canada, Germania è vietato per l’impiego contro persone ma consentito per autodifesa contro animali. In Finlandia, Svezia, in alcuni stati U.S.A. (come il Massachussetts) il porto è autorizzato con licenza. In Belgio, Danimarca, Gran Bretagna Irlanda, Islanda, Norvegia, Olanda e Ungheria sono riservati alle forze di polizia.
Effetti clinici
Gli effetti dell’esposizione all’OC sono caratteristici a seconda dei distretti corporei esposti. Gli effetti sugli occhi includono blefarospasmo, lacrimazione abbondante e cecità temporanea, vasodilatazione dei vasi palpebrali che porta all’immediata chiusura degli occhi. A carico della cute OC produce un’intensa sensazione di bruciore, vasodilatazione e dolore nelle aree colpite proporzionali alla dose ricevuta, della durata di circa 30 minuti. Si può verificare riduzione della sensibilità per la durata di alcuni giorni (32). A carico delle vie aeree si verifica una risposta irritativa acuta con sensazione di bruciore alla gola e tosse. Può verificarsi in taluni caso broncocostrizione e dispnea (14), laringospasmo fino a temporanea paralisi laringea e più raramente arresto respiratorio (33, 34). Sono state descritte anche reazioni idiosincratiche allo spray OC (35). Gli effetti degli spray OC sono in genere transitori, salvo un certo potere lesivo a carico degli occhi. Abrasioni corneali sono riportate in una percentuale variabile fra il 7% e l’8.6% (26, 36, 37, 38) e anche lavori più recenti descrivono la possibilità di danni corneali (39, 40, 41, 42). Alcune revisioni mostrano come gli effetti di OC sulla congiuntiva e la cornea siano in genere modesti e temporanei (43). È descritto il ruolo dei diluenti e dei solventi più che di OC rispetto a questi effetti lesivi (44).
Effetti comportamentali
Come effetto della somministrazione di OC via spray, oltre alla chiusura degli occhi e alle difficoltà respiratorie, si verifica una perdita di controllo dell’attività motoria; dopo l’esposizione può verificarsi una risposta motoria con flessione della parte superiore del corpo e tremori.